Il Convento di Sant'Andrea

mercoledì 21 settembre 2022

Gli struzzi lasciamoli in Africa....qui servono aquile

Si dice che quando non si vuole affrontare un problema si agisce come gli struzzi, ossia mettendo la testa sotto la sabbia, sperando così di non avere a che fare con rogne e grattacapi. 

Viceversa l'aquila vola alta ma tiene sotto controllo tutto ciò che sta sotto di lei, individua la preda anche a parecchi metri di distanza.

Il paragone non potrebbe essere meno indicato nella nostra comunità, dove accanto a poche aquile esistono un mare di struzzi, ma non certo è tutta colpa di chi ha scelto di essere così,  la rassegnazione è diventata  ormai un'aquila per le anime dei collevecchiani, avendole catturate nella morsa dei suoi artigli.

Eppure esistono gli struzzi che non vogliono trasformarsi in aquile, anzi cercano di colpire a beccate chi vuole togliere loro la pàtina di zombie perenni.

Parlare dei problemi del paese significa essere tagliati fuori, essere schivati persino in piazza, dove se non ti avvicini tu al tavolino del bar, non sei invitato di certo a far parte della compagnia.

Non funziona così in un luogo normale, civile, umano. Avere idee diverse significa crescere nel confonto, nessuno vuole fare il professore sull'altro, pare invece che qui non sia così. Ormai, grazie al blog, a Facebook, tutti sanno come la pensiamo sia io che altri, in fondo non diciamo nulla di nuovo, bensì mettiamo a nudo quella realtà volutamente nascosta.

Ieri in piazza, al solito punto di ritrovo ossia il bar, ho conosciuto una coppia di coniugi che vive a Roma  ma  lui è di Collevecchio. Ebbene, sentendomi parlare e leggendo gli articoli del blog mi ha detto queste parole:" Lei ha centrato sempre tutto con chiarezza e trasparenza ma sa qual'è il suo difetto? Che non è di qui, è pur sempre una....straniera!" Capite? Io devo stare zitta, sopportare il declino del paese soltanto perchè non sono originaria di qua...Che stupidaggine ma soprattutto che cattiveria, veramente non ci sono parole!

Devo insomma togliermi le penne dell'aquila per indossare quelle dello struzzo per far contenti coloro che per il proprio paese non nutrono un briciolo d'amore.

Ho notato nei miei confronti un distacco inspiegabile, eppure saluto tutti sempre col sorriso. Certo, ricambiano il saluto ma pure se mi avvicino al tavolo non vengo coinvolta nei loro discorsi, sto sempre zitta e ascolto: qualcuno potrebbe dire " Parleranno di persone che conoscono, di amicizie comuni"...beh non è così, i discorsi sono di vario tipo ma è come se io non ci fossi.

Mi è stato detto che sarà stato il mio continuo voler affondare il coltello nella piaga, cioè sui problemi del territorio, a scatenare questo atteggiamento nei miei confronti, ma se l'ho fatto è stato pure per il bene degli abitanti. Forse il concetto di solidarietà cittadina non è ancora molto sentito, nonostante in chiesa durante le omelie della domenica venga sempre messo in risalto dal celebrante.

In ogni caso, isolata o meno, io continuerò la mia battaglia come cittadina responsabile e amante del luogo che l'ha accolta. Continuerò a parlare dei disservizi e dei problemi, non disdegnando qualora ci fossero anche eventi positivi, sperando un giorno di ottenere riscontro ovvero un risveglio collettivo dal torpore. Sarà difficile ma tentar non nuoce....essere aquile significa rischiare il fucile del cacciatore, ma se si vince lo si fa su tutti i fronti....


 

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