Mia madre, milanese di origine, soleva ripetere spesso questo proverbio napoletano, per indicare che le belle parole incantano ma non producono.
A dir il vero, se fosse vissuta qui a Collevecchio avrebbe fatto di tale proverbio un motto, soprattutto di fronte al dormiveglia in cui giace il paese. Del resto sappiamo molto bene che il nostro territorio, la Sabina, vive inspiegabilmente in un velo di torpore, nessuna iniziativa di rilievo viene presa in suo favore. Ricordo che i primi tempi che abitavamo qua, a me e a mio marito dicevano spesso che queste zone non sono mai state valorizzate, e non si capisce il perchè. Forse perchè in Parlamento siedono pochi rappresentanti, se non nessuno, delle nostre zone e non ci sta modo quindi per portare avanti le nostre proposte e le nostre esigenze. In ogni caso sarebbe ora di voltare pagina.
Su Facebook non perdo occasione per portare avanti le mie battaglie per una riqualificazione concreta del paese, e se lo faccio non è per mettermi in mostra o perchè aspiro un giorno a sedere sulla sedia di primo cittadino, bensì per svegliare le persone affinchè la smettano di fare spallucce e inizino a guardare in faccia la realtà.
" Già ma cosa possiamo fare?" Mi chiedono coloro che condividono le mie idee ma si trovano spiazzati di fronte alle decisioni da prendere e quali mezzi adottare. Nulla di così trascendentale: esiste l'istituto delle petizioni, o raccolte firme che da sempre sono state un valido mezzo per portare avanti idee e proposte. Dipende da come vengono fatte e a chi si presentano.
Ultimamente sono state fatte petizioni per l'installazione del postamat dopo aver fatto pressioni per ottenerlo ( ma sarà vero?), ma ancora oggi non si vede la fine del tunnel, e questo perchè non basta presentare una raccolta firme e dimenticarsene, al contrario occorre seguire l'iter e le reazioni di chi le riceve. Ad esempio le raccolte firme per il postamat sono state organizzate anche dal Comune, ma evidentemente la cosa è finita li.
E come ho detto non basta. Occorre insistere, chiedere appuntamenti, organizzare coi cittadini una manifestazione se necessario oltte a chiamare stampa e tv locali. Invece alle domande delle persone in merito al ritardo del postamat viene risposto che " non si sa più cosa fare, si è fatto di tutto". Non è così che funziona.
Forse tocca essere abituati ad una mentalità diversa, più moderna, non voglio dire cittadina perchè i problemi della vivibilità non devono essere classificati in base alla geografia. In ogni caso tornando all'argomento dell'articolo, è opportuno che dove non arriva l'amministrazione, arrivino i cittadini. Riunirsi tutti insieme e redigere una lista di problemi urgenti del paese, e per ciascuno di essi presentare la petizione sia al Comune che al diretto interessato, legato all'amministrazione da un rapporto di servizio ( es. Poste, Cotral, Provincia, ecc.) inoltre tali raccolte firme poi devono essere seguite, sollecitate e nel caso ci si organizza per andare tutti insieme all'ufficio dell'ente preposto.
Invece di ricevere un applauso, si ricevono risate anche se espresse da una faccina su Facebook. E colmo dei colmi chi la fa non è un cittadino o una cittadina ma, udite udite, un rappresentante comunale. E qui mi fermo, non vado oltte.
Da ciò si evince che interesse per il paese ce ne sta poco o per niente. Certo occorre tenere buone le persone con promesse eclatanti, con finanziamenti che presto arriveranno, come quelli per la ricostruzione della scuola che è rimasta lettera morta, approfittando pure del Covid. Insomma di chiacchiere tante ma di fatti finora pochi o nulla. Le uniche cose fatte ( per fortuna) sono le feste estive, come quella del grano che ha visto in qualità di ospite d'eccezione lo chef Gabriele Bonci. Poi finite le feste....finiti li quattrini..o meglio le idee.
Io sulla necessità di trovare un modo per mettere giù idee e iniziative avevo scritto un post su facebook ma come ho scritto sopra, un rappresentante comunale mi ha quasi riso in faccia...Un atteggiamento simile è veramente il colmo...
Per questo insisterò fino alla nausea nella mia guerra contro il menefreghismo e l'apatia, non è mia intenzione vedere il paese sepolto sotto le macerie di un altro terremoto, questa volta senza vittime ma in compenso senza un futuro. E la ricostruzione dipenderebbe solo da noi.
Nessun commento:
Posta un commento