Quante volte ci siamo chiesti: ma perchè le cose non funzionano? Perchè non abbiamo più i servizi che ci aiutavano a vivere? E tutto si ferma li. Non abbiamo la voglia di rimboccarci le maniche e aspettiamo sempre che siano gli altri a prendere l'iniziativa al posto nostro per risolvere il problema, un atteggiamento classico della mentalità italiana che ricorda tanto il film con lino Banfi " Vai avanti tu che mi viene da ridere". Siamo portati a giudicare, a sentenziare, a lamentarci, ma non ricordiamo che i problemi non si risolvono da soli, occorre metterci un pò di fatica, il tipico" sugo di gomito" altrimenti andremo avanti all'infinito a piangere sul latte versato.
Nelle grandi città esistono i comitati di quartiere, gruppi formati da cittadini che si riuniscono per fare il punto delle situazioni più serie e di vasta portata che interessano gli abitanti di quelle zone specifiche, e i vari problemi segnalati dalle persone venivano poi sottoposte all'amministrazione competente attraverso raccolte firme. Per quel che mi riguarda, come potete vedere dalle foto, io facevo parte di uno di questi comitati di quartiere a Roma e tante volte ho organizzato assieme agli amici del gruppo banchetti per la raccolta firme, partecipato agli incontri con le istituzioni locali battendo il ferro finchè era caldo e tanti problemi anche spinosi sono stati risolti.
Qualcuno potrebbe dire:" Bella forza! A Roma è tutto un altro modo di pensare, ci sta più gente, ed è logico che ci sia più partecipazione popolare". Niente di più falso! Collevecchio è formato fino a prova contraria, di esseri umani e se andiamo a vedere ha molti più problemi della Capitale. A Roma più che della spazzatura, buche stradali e lampioni non si parla d'altro...invece qui no capperi! Tante volte ho denunciato l'assenza di servizi idonei alla vita cittadina, servizi essenziali e basilari per i quali è necessario mettersi in gioco per cercare di risolvere almeno qualcuno tra i più impellenti.
Per questo ho pensato che pure qui occorreva un comitato di persone che, pensando in grande ( non vedo perchè non si possa fare!), hanno deciso di dire basta al voto del silenzio assenso per tutto e di iniziare a guardare in faccia la realtà. Certo, ancora ci sta da lavorare molto, la mentalità non si cambia dall'oggi al domani, esiste la paura classica di " fare figuracce" perchè esiste sotto sotto il timore reverenziale verso l'amministrazione comunale. Per carità, nessuno deve mettersi in cattedra ma nemmeno abbassare la testa. Il Comune non è solo un centro amministrativo burocratico dove ci reca per un certificato o per la carta di identità ma è il luogo, almeno così dovrebbe essere, dove i cittadini devono trovare le risposte e le soluzioni ai problemi della vita quotidiana. Dato che non si può essere onnipresenti per prendere coscienza degli infiniti argomenti da risolvere ecco che il comitato dei cittadini riveste il ruolo di intermediario tra l'amministrazione e il popolo.
Ma bisogna crederci altrimenti tutto resta così com'è. E lamentarsi poi lascia il tempo che trova.
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