Il Convento di Sant'Andrea

lunedì 11 agosto 2025

Il grano a Collevecchio , una storia senza tempo

 Da sempre nella Bassa Sabina e precisamente a Collevecchio, la presenza del grano è stata protagonista di una civiltà agricola che ha suscitato nel tempo l'interesse di studiosi agroalimentari, spaziando anche negli aspetti storici del territorio molti di essi legati a Roma.

Per vivere questa atmosfera dal sapore antico per la quarta volta è stata patrocinata dal Comune di Collevecchio la " Festa del Grano" che ha avuto luogo per tre giorni, l'8, il 9 e il 10 agosto 2025 presso i giardini comunali.

Serate di musica e gastronomia dove il " personaggio" principale era il grano o meglio le farine da esso derivate, che hanno dato vita a pizze, pasta ecc. Ma senza dubbio la serata clou  è stata il 9 che ha visto un convegno interessante a cui hanno partecipato nomi illustri che hanno dato il proprio contributo alla conoscenza di tematiche  legate al Grano e ovviamente a Collevecchio.

Dopo i saluti dell'assessore comunale Massimo Iacobini la parola è passata a Roberto Lorenzetti ispettore onorario del Ministero della cultura il quale ha presentato la figura del " Mago del grano" ossia Nicola Strampelli un agronomo che seppre valorizzare la coltura del cereale in tutti i suoi aspetti. Nella prima metà del Novecento infatti Nazareno Strampelli diede vita a  centinaia di nuove varietà di frumento che consentirono un sensibile aumento della produttività sia in Italia che in numerosi paesi del mondo. Strampelli  collaborò con i diversi governi del suo tempo, dal periodo giolittiano al fascismo, costruendo una rete di centri di ricerca e sperimentazione, le cosiddette stazioni fitotecniche, insediate dal nord al sud del Paese, ognuna delle quali con precisi compiti scientifici. Si devono a lui i cosiddetti grani della vittoria con i quali durante il fascismo si raggiunse l’autosufficienza granaria ( la famosa battaglia del grano) anche se questa, collocata all’interno della demagogica politica autarchica del regime, non produsse sostanziali benefici all’economia nazionale. I suoi grani si diffusero ben presto in numerosi paesi del mondo, europei ed extraeuropei, tra i quali la Francia, l’Argentina, l’ex Jugoslavia e soprattutto la Cina. Oggi diversi suoi grani creati, tra cui il Senatore Cappelli e il San Pastore, stanno conoscendo una nuova fortuna e si moltiplicano in tutto il Paese le esperienze di nuova pastificazione e panificazione.

Non poteva però mancare il riferimento storico che vede Collevecchio oltre ad essere un luogo simbolo per la coltivazione del grano, il fulcro di una evoluzione sociale e culturale che si evidenzia nella sua collocazione all'interno del governo papale e del legame con la famiglia dei Medici di Firenze.

Di tutto questo ha parlato il prof. Francesco Benedetti storico locale ed esperto delle varie tematiche familiari che hanno visto un susseguirsi di eventi legati alla nobiltà del tempo.

Collevecchio infatti vide il suo massimo splendore quando diventò roccaforte papale nel 1605 a seguito della nomina a sede del governatorato della Sabina da parte di  Paolo V Borghese. La storia più intrigante riguarda però la famiglia dei Medici di Firenze grazie alla presenza presso la famiglia nobile  di una donna di Collevecchio, Simonetta, che visse a palazzo come domestica ma che ebbe un ruolo sentimentale non indifferente con gli uomini più in vista della famiglia, da Lorenzo figlio di Alfonsina con il quale ebbe però una relazione " di facciata" per coprire quella esistente con il cardinale Giulio De Medici dalla quale nacque Alessandro..

La serata si è svolta con interventi significativi addirittura con riferimenti con Roma e in particolare con il culto della Dea Vesta dove la coltivazione del grano ha assunto una importanza rilevante nella città eterna. Le Vestali raccoglievano il grano per fare il pane.

La professoressa Paola Sarcina ideatrice del Cerealia festival ha infatti evidenziato come i romani avessero a cuore il proprio orto e dagli scritti di Plinio il Vecchio si può vedere come la cucina romana avesse come ingrediente principale il grano e altri cereali ( orzo, avena, ecc, ).

Altri interventi significativi come quello del prof. Enrico Martinoli presidente Adaf (ordine dottori agronomi e forestali di Rieti) che ha sottolineato i vari aspetti della storia del grano e delle farine ad esso collegate.

Non meno importante la descrizione da parte della dott.ssa Emanuela  Di Marcantonio ( Uoc Isa Asl di Rieti)  del ruolo operato dagli animali, dalla difesa alla pastorizia vera e propria e utilizzati come forza lavoro. Il letame da essi prodotto era usato come concime per i terreni.

A chiusura del convegno l'interessante descrizione del ruolo femminile nell'agricoltura   da parte della dott.ssa Tiziana Ciavardini antropologa che ha illustrato la figura della donna nel tempo in relazione appunto all'agricoltura. dove la preminenza maschile aveva relegato le donne a ruoli marginali per lo più di natura domestica nonostante il loro operato fosse fondamentale per la cura dei campi. La figura femminile acquistò importanza in seguito con la rivoluzione industriale quando una parte preferi lasciare i campi e lavorare in fabbrica, dimostrando col tempo di avere qualità imprenditoriali non da poco..

Un convegno che ancora una volta ha dato l'input per approfondire storia  e curiosità legate al mondo del grano e di questo Collevecchio non può che esserne fiero. 


 

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