Pare strano ma è così. La Sabina, terra meravigliosa e incontaminata, ricca di sapori e immagini che fanno di essa la perla del Lazio, tuttavia vive in un'oasi tutta sua, lontana dal modo di ragionare esistente nel resto della regione.
Due Italie dunque convivono nel Lazio: quella a carattere nazionale e la Sabina. Ma perchè dico questo? Beh basti pensare alla situazione lavorativa del territorio, ben diversa da quella che si vede oltrepassando il ponte di Borghetto che porta nella Tuscia: qui vediamo piccole fabbriche, capannoni, centri commerciali, mentre dall'altra parte, in Sabina solo campagna e nulla più.
Certo l'ambiente è suggestivo non c'è dubbio, ci ricorda molto la favola di Heidi, però non si vive di solo paesaggio, la vita ha bisogno di altro.
E questa situazione si riflette sul quotidiano dei nostri paesi, dei nostri piccoli borghi. Collevecchio ad esempio ha subito lo spopolamento più drastico, la chiusura di tutte le attività commerciali, ad eccezione di poche, e non ci sta verso alcuno per riportare questo bellissimo paese agli antichi splendori. Vuoi per pigrizia, vuoi per menefreghismo, vuoi perchè " Tanto a che serve?" la vita si sta spegnendo lentamente.
Abbiamo quindi uno spaccato di vita molto problematico, perchè non fa altro che inasprire gli animi delle persone e a chiuderle sempre più in se stesse. Il corso è deserto, solo automobili transitano in uscita dal paese, nessuno ha più voglia di socializzare e di creare rapporti umani, e questo tocca prendere atto, è dovuto al fatto che mancano attività commerciali.
Non serve il grande negozio di città, ma il classico negozietto " sotto casa" il famoso negozio della " sora Maria" o del "sor Pasquale" tanto per citare i nomi dei tipici negozianti di Trastevere, che vendevano ciò che ad una famiglia serve, ossia alimentari, frutta e verdura. Nessuno vuole togliere il merito al nostro bellissimo supermercato, composto da persone simpatiche e affabili, però lasciatemelo dire, il negozio sulla strada con tanto di tendine a strisce di plastica colorate ha sempre fatto il suo effetto.
Oltre agli alimentari un piccolo emporio del fai da te, degli oggetti che sei costretto a comprare on line su Amazon, oppure a trovare fuori paese, e non a tutti piacciono queste soluzioni anche se sei alla fine costretto per necessità a fare ricorso ad esse. Un calzolaio, un piccolo pub con salumi a tagliere che fanno la gioia di turisti e ragazzi....ecc...ecc...ce ne sarebbero di attività che potrebbero risvegliare il paese..Anche un punto ATM magari dove un tempo ci stava la banca...
La frase che tanti dicono quando si prospettano queste realtà è " Perchè non apri tu il negozio che vuoi invece di chiacchierare tanto?" Quanta ignoranza e pressapochismo in queste parole! Come a voler scaricare il problema invece di affrontarlo.
E ma per affrontare un problema tocca metterci la faccia e non tutti, come si è visto, sono propensi a farlo. Si ama solo parlare in piazza tra un caffè o un bicchiere di birra al bar ma tutto finisce li. Tanto ci pensa l'amnministrazione...
In teoria dovrebbe essere così visto che chi sta in Comune è pagato coi soldi dei cittadini, ma evidentemente si ama fare beneficenza ad esso invece di chiedere riscontro su come vengono usati i soldi pubblici, non ci si interessa del come si spendono le entrate.
Nessuno è perfetto e manco i nostri amministratori comunali lo sono, però ci sta un limite a tutto. E non vado oltre perchè chi sa ha già capito.
Tutto è fermo, tutto pare impossibile realizzarsi. Case terremotate ancora inagibili e le persone costrette a pagare un affitto o in paese o altrove. Eppure i soldi dei fondi per la ricostruzione post terremoto pare che, a suo tempo, siano arrivati....La gente è stufa di vedere la propria abitazione da fuori e non poterci entrare. E' triste, veramente triste.
Ecco le due Italie. La Sabina immobile, statuaria in attesa del miracolo, inserita nell'Italia di tutti, in una regione, il Lazio, dove bene o male la vita prosegue sui binari della normalità, coi suoi problemi certamente, ma che non sono oggetto di scaricabarile, bensì di impegno sociale. Diamoci una mossa prima che cali il sipario per non rialzarsi più.. lo dico pure a quelli a cui forse non va a genio questo mio amore per il paese...forse perchè gli sono riconoscente per avermi accolta e vorrei poter fare qualcosa per risollevarne le sorti. Ma da solo manco Nostro Signore ha potuto evangelizzare i popoli, figurarsi cambiare la vita di un territorio...
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