Proprio così. La speranza che qualcosa cambi non è mai morta e questo è un bene perchè solo in questo modo si possono tirare fuori unghie e coraggio, soprattutto quando senti dire da alcune persone: " Ormai Collevecchio è finito, cambiare posto è l'unica soluzione".
Ma che modo di ragionare è questo? Cioè invece di trovare soluzioni si evitano...non è possibile. E' come se in un quartiere di Roma le cose vanno male e tutti preferiscono cambiare zona lasciandolo nel degrado.
Ecco già che ci siamo, parliamo di Roma. E da romana di nascita vi dico: " Cosa abbiamo noi di meno rispetto alla Capitale" . Nulla. Siamo un paese che vanta un curriculum storico che nessun paese o cittadina dell'hinterland romano ( Anzio, Ostia, Nettuno, Fregene, ecc) possono vantare. Ma scherziamo? Ogni vicolo, ogni sasso del nostro paese ha un libro da leggere per ciascuno di noi. Collevecchio mettiamocelo bene in mente, non è secondo a nessuno. Roma si sa è la Capitale d'Italia ma come si sta presentando in questi giorni è, senza offesa, paragonabile alla selva amazzonica incolta. Rifiuti da ogni parte, incendi, cinghiali e altri membri della fauna che girano per le strade facendo scempio di tutto ciò che trovano, delinquenza, scippi e borseggi come una routine senza fine.
Noi grazie a Dio viviamo in una bomboniera. Puoi girare tranquillamente, senza timore che passi il teppista in moto e ti infastidisca. Spazzatura non se ne vede, tutto è lindo e pulito. Ma allora cosa manca? Perchè ci sta tanto malcontento in giro? Beh ormai sappiamo tutti che mancano i servizi basilari che tutti noi conosciamo, ma manca il coraggio di affrontare chi dovrebbe in linea di massima fornirceli, si parla in piazza, al bar, lungo il corso ( se siamo fortunati perchè è quasi sempre una strada vuota), dove capita insomma, magari additando questo o quel posto dove si vedrebbe bene un negozio, un piccolo pub, un emporio.
Mi è capitato qualche giorno fa di imbattermi in una coppia di toscani -l'accento era inconfondibile- in vacanza in un agriturismo di zona ( non a Collevecchio ma vicino a Poggio Mirteto così mi hanno detto) i quali si chiedevano il perchè di tutto questo silenzio in un paese che veramente meritava il meglio....mi avevano chiesto dove stava un negozio di souvenir, ed io accennando un sorriso che loro non vedevano per via della mascherina, ho fatto capire che non eravamo su Ponte Vecchio dove i negozi ti confondono per quanti ce ne sono....per dire....In compenso ho detto loro che non ci sono statuine e carillon in vendita però se volevano potevano passare nelle campagne dove avrebbero potuto trovare dai contadini e dai pastori prodotti sani e sicuramente più utili di un ninnolo o un libro...
In fondo la speranza è l'ultima a morire, e aggrapparsi ad essa pare essere l'ultima cosa che ci sia rimasta. Eppure dipende solo dalla nostra volontà cambiare da così a così, non da chissà quale decisione extraterrestre. Ricordiamoci che il futuro di un paese dipende da chi ci abita.
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