Sappiamo molto bene che la vita nelle nostre città è caotica sempre di corsa, e si arriva ad ignorare chi ci passa al fianco, dimenticando che al di là di tutto è una persona come noi con la sua vita e i suoi problemi.
La vita di paese è diametralmente opposta o almeno così dovrebbe essere, trattandosi di centri con minore densità abitativa anche se per certi versi le differenze con le città stanno sparendo in molti di essi. Le persone in gran parte lavorano fuori e il contatto col mondo della metropoli fa da collante con le mentalità diverse di ciascuno.
Al di là di ciò, la vita quotidiana in un piccolo centro necessita comunque di essere salvaguardata alla pari di quella della città, ovviamente in base alle esigenze le risorse economiche variano da luogo a luogo.
Affermare che il piccolo centro tipo il nostro non abbia gli stessi problemi di una città è sbagliato a priori. I servizi, i rapporti sociali seppure in dimensione minore esistono e vanno monitorati. Anziani, giovani , famiglie hanno tematiche di vivibilità esattamente come quelle della città perché la vita quotidiana non cambia se sei di Roma, Milano o Collevecchio.
Certo qualcuno storcerà il naso vedendo in tale affermazione una esagerazione colossale eppure se ci pensiamo bene ci sta un elemento che accomuna gli abitanti dei vari luoghi: l'essere italiani, assoggettati alle stesse leggi e sotto il cielo della stessa nazione. Per cui se in un paese vi sono delle necessità impellenti, queste vanno risolte esattamente come si risolvono quelle delle città. La densità abitativa non giustifica l'assenza di risorse perché a questo punto si creerebbe una discriminazione evidente tra le persone in un momento come l'attuale poi dove si cerca di superare le diversità tra popolazioni in tutti gli ambiti dal sociale al politico all'individuale.
Nel 1860 è stata fatta l'unità d'Italia.
Cerchiamo di difendere i principi che l'hanno determinata con il sacrificio di chi è morto per essa.
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