Ogni volta che si tocca l'argomento delle attività commerciali la frase top è sempre la stessa: "Tanto chi ci viene? Nessuno".
Il qualunquista ragiona così perché forse non si ricorda che fino al 2016, anno del sisma in centro Italia, a Collevecchio i negozi ci stavano e il numero degli abitanti non era poi così massiccio...anzi grosso modo era come ora, per cui francamente non si riesce a capire dove sia il problema.
Quando si fa presente che, se ci fossero negozi aperti, verrebbero anche dai paesi vicini, all'inizio per curiosità , poi complice pure la bellezza del nostro paesaggio, diventerebbero clienti abituali, si arriccia il naso, come se si parlasse arabo misto a indiano.
Alcuni forse non volutamente interessati alla questione, sarcasticamente ti affrontano dicendo " Perché non apri tu visto che parli tanto?" Ebbene non ci sta peggior modo per giustificare una assurda situazione come questa se non scaricare ad altri la palla, perché in fondo il paese piace così. Senza niente.
Eppure esiste l'Istituto della cooperativa. Persone esperte nei vari settori potrebbero costituire gruppi mirati alla creazione di attività utili per gli abitanti, attraverso incentivi regionali. Ovviamente tali attività non devono essere conosciute solo da noi ma pubblicizzate su facebook, su media locali e come si dice "da cosa nasce cosa".
Ma se si parla solo tutto resta lettera morta.
È importante avere chiaro un obiettivo, che allo stato attuale pare essere ignorato ossia dare al paese un nuovo slancio anche perché se lo si vuole rivalutare dal punto di vista turistico si deve iniziare dalle cose essenziali. Per arrivare in cima si salgono diversi scalini che rappresentano i vari momenti della vita quotidiana e a volte tali scalini sono ripidi o presentano crepe che vanno rimesse a posto. Altrimenti si resta in basso e i nostri progetti irraggiungibili.
Meditiamo e prendiamone atto.
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