Solitamente siamo inclini a parlare senza proporre solo per il gusto di sentirci importanti ma a farne le spese è la nostra vita quotidiana.
Trovare il modo per dare al territorio una nuova veste e quindi realizzare la "Volta buona" dipende soprattutto dall'impegno di ciascuno.
A Collevecchio esiste da un bel po' di tempo un comitato spontaneo di cittadini guidato dalla scrivente e da Stefano Nesta, e portiamo avanti le più svariate battaglie per il bene della collettività, dal problema dei trasporti passando alle tematiche relative all'abbattimento delle barriere architettoniche non in ultimo la creazione di un centro prelievi e via via man mano si affronta ogni questione di cui saremo a conoscenza.
Tuttavia bisogna sottolineare che di strada da fare ce ne sta parecchia perché sappiamo tutti che il nuovo crea sempre perplessità e qui il nuovo è rappresentato da una diversa mentalità, un modo diverso di approccio alla realtà che ancora stenta a decollare.
Non possiamo fossilizzarci sull'idea che un paese sia diverso dalla città: certo l'esistenza dei vari problemi si presenta in maniera diversa ma la sostanza è la stessa. In pratica nella società odierna non esiste più il limite di separazione tra città e paese, la quotidianità in modo più o meno marcato zoppica in entrambe le realtà.
A prescindere da ciò quello che conta è avere ben chiaro cosa vogliamo ottenere dal nostro futuro, ma per fare questo non serve essere giudici o professori in cattedra semplicemente persone normali che vogliono insieme cambiare la routine.
Il comitato serve a questo: a dare lo spazio a ciascuno di essere protagonista del proprio cambiamento, senza orpelli e bramosie di superiorità. Tutti contiamo, tutti siamo importanti e tutti dobbiamo prenderci sottobraccio per camminare insieme guardando tutti nella stessa direzione.
Solo così Collevecchio potrà avere la sua Volta buona.
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